Il paddle è lo sport del momento.

Venne ideato nel 1898 dallo statunitense Frank Beal, che lo chiamò così poiché si pratica con una racchetta a piatto solido “paddle racquet” . Possiamo descriverlo come un mix di dinamiche, un incontro tra il tennis e lo squash. Viene svolto su un campo di gioco, di 20×10 metri e caratterizzato da muri di fondocampo che sono parte integrante dell’area di gioco.

Il paddle è coinvolgente perché facile, sfidante e sopratutto perché tutti possono giocare. 

In questo articolo ci occuperemo di affrontare la tematica da un punto di vista medico sanitario, analizzando 2 aspetti:

  1. Infortuni e cure
  2. Prevenzione
  1. Infortuni e cure 

Il paddle è sostanzialmente caratterizzato da scatti, rapidi cambi di direzione e un uso intenso della racchetta, queste dinamiche possono essere importanti fattori di rischio nell’insorgere di: 

  • Distorsioni articolari alle caviglie e alle ginocchia
  • Infiammazioni ai muscoli del gomito 
  • Complicazioni articolari alla spalla
  • Dolori diffusi alla schiena e al tratto lombare

Dopo aver accuratamente valutato la sintomatologia degli atleti ed averne evidenziato, tramite una serie di test specifici, la causa di origine, viene sviluppato un programma fisioterapico riabilitativo personalizzato che ha l’obiettivo di far tornare in campo lo sportivo con una nuova consapevolezza motoria e del proprio corpo. 

Per risolvere la condizione dolorosa delle patologie sopra elencate è possibile ricorrere a:

  • Laser Hilt: La laser Hilterapia è una tecnica terapeutica antinfiammatoria basata su un esclusiva emissione laser ad alta intensità (HILT = High Intensity Laser Therapy) che lavorando in assoluta sicurezza, consente di ottenere un’efficace azione terapeutica in profondità. Ideale per il trattamento delle patologie dolorose dell’apparato osteo – muscolo – tendineo da quelle più superficiali a quelle più profonde. La Hilterapia è sorprendentemente efficace sul sintomo doloroso e sulla mobilità articolare fin dalla prima seduta procurando un immediato sollievo al paziente.
  • Tecar Terapia:  la Tecar terapia o diatermia migliora l’estensibilità del tessuto connettivo, riduce la rigidità articolare, il dolore e lo spasmo muscolare, facilita il riassorbimento di ematomi ed edemi. La vasodilatazione ottenuta con il calore favorisce il drenaggio del sito infiammato e l’afflusso di cellule deputate ai processi riparativi.
  • Terapia manuale ( rieducazione motoria, massoterapia): lo scopo dei trattamenti  è quello di migliorare la circolazione sanguigna e il trofismo dei tessuti, di favorire l’eliminazione delle scorie metaboliche e dei depositi di grasso corporeo e di restituire alle articolazioni la mobilità compromessa da contratture e lesioni muscolari.

I trattamenti fisioterapici sopracitati permettono di intervenire sulla sintomatologia consentendo allo sportivo di godere nuovamente di un’ottima salute. 

A questo punto si è pronti per tornare in campo. Attenzione per evitare nuovi infortuni sarà fondamentale, proprio in questo momento, sviluppare un accurato lavoro di prevenzione. 

2. Prevenzione

Prima di tornare in campo lo sportivo dovrà maturare un’approfondita consapevolezza circa il proprio corpo al fine di evitare l’insorgere di nuovi infortuni. Questo sarà possibile attraverso un lavoro di rinforzo muscolare, di propriocezione, di stretching e di rieducazione posturale. 

Inoltre bisognerà valutare il tipo e la frequenza di svolgimento degli allenamenti. Nel caso di allenamenti costanti, ripetuti dalle 3/5 volte a settimana diventerà necessario e opportuno, al fine di evitare compromissioni, lesioni e infortuni, un lavoro costanze di preparazione e rinforzo muscolare del corpo inteso nella sua globalità. 

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